Giulianova | la sanzione pecuniaria È pari a due mila euro con sequestro del pescato
I controlli saranno fatti dall'ufficio circondariale marittimo
di Laura Ripani
GIULIANOVA | Parte il divieto di pesca del pesce spada. È iniziato lo scorso venerdì e terminerà il prossimo 30 marzo il divieto di pescare, detenere a bordo, trasbordare e sbarcare esemplari di pesce spada nel mar Mediterraneo. Un divieto rivolto a tutti coloro che esercitano la pesca sia in forma professionale che sportiva e ricreativa.
Come già avvenuto lo scorso anno, anche per la corrente annualità, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha imposto il veto con decreto numero 422 del 28 febbraio 2013, in ossequio alla raccomandazione Iccat numero 11 03 mirata alla tutela della specie ittica in parola, che sarà valido anche per il prossimo periodo che va dal primo giorno di ottobre fino al 30 novembre. Infatti, è proprio durante questi mesi che il pesce spada novello, di dimensioni molto inferiori a quelle consentite dalle vigenti disposizioni normative nazionali, migra in banchi nelle acque del Mediterraneo avvicinandosi sotto costa, diventando così preda dei pescatori di frodo che, nella totale illegalità, lo catturano mettendolo in commercio. La norma sanzionatoria per tali condotte illecite prevede aspre sanzioni non solo per chi pesca e commercializza tale specie ittica durante il periodo di fermo, ma anche per chi acquista e quindi detiene novellame di pesce spada. Si passa dalla sanzione pecuniaria di quattromila euro e conseguente sequestro delle specie ittiche al deferimento all'autorità giudiziaria nel caso di mera detenzione di novellame di pesce al di sotto delle taglie minime, indipendentemente dal fatto che il trasgressore sia il venditore o l'acquirente.
I controlli da parte degli uomini dell’ufficio circondariale marittimo, guidati dal comandante Sandro Pezzuto, saranno mirati a contrastare il forte fenomeno di depauperamento delle risorse ittiche, causato da una eccessiva ed irrazionale attività, spesso illegale, di pesca. Come è noto, l'impoverimento delle risorse ittiche, secondo importanti studi scientifici, coinvolge ogni specie che viene pescata più velocemente di quanto riesca a riprodursi. Il pesce spada, che migra in banchi nelle acque del mediterraneo, trova nelle nostre coste un ambiente naturale e favorevole ma, a causa della irresponsabilità ed incoscienza di alcuni pescatori di frodo che riescono a pescare esemplari di pesce spada allo stato giovanile, tale specie ittica non ha la possibilità di crescere e svilupparsi. Questo fenomeno negli anni ha già prodotto un impoverimento del nostro mare con ripercussioni negative per l'intero comparto della pesca. L'attività sarà costante e tenace, con tolleranza zero, non solo in mare ma anche a terra e non si limiterà ai soli titolari degli esercizi commerciali quali pescherie e ristoranti, ma anche all'utenza, che acquistando specie ittiche di dimensioni inferiori a quelle consentite compie azioni penalmente rilevanti, incentivandone in tal modo la cattura da parte dei pescatori di frodo.
Si rammenta che coloro che intendano esercitare la pesca sportiva e ricreativa del pesce spada, al di fuori dei predetti periodi di divieto, dovranno essere muniti di appositi nulla osta, rilasciati dalle capitanerie di porto, validi su tutto il territorio nazionale. Nel dettaglio, pertanto, i pescatori che intendono esercitare la pesca sportiva o ricreativa del pesce spada nell’anno corrente, dovranno richiedere il rilascio dell’autorizzazione all’ufficio circondariale marittimo, individuato allo scopo quale autorità competente, nella cui giurisdizione si trova il porto di stanza dell’unità da diporto.
Domenica 3 marzo 2013