Giulianova | Secondo le rilevazioni, non sono stati rispettati i limiti di legge
Gli abitanti della zona hanno fatto partire gli accertamenti
di Laura Ripani
GIULIANOVA | Sequestro per la discoteca “Viceversa” di via Turati. Da diversi mesi, i cittadini residenti nella zona lamentavano schiamazzi e musica ad alto volume. Così sono partiti gli accertamenti da parte dei Carabinieri. Da diversi mesi i cittadini residenti nelle immediate vicinanze della discoteca “Viceversa”, ubicata in Via Turati, lamentavano schiamazzi e musica ad alto volume proveniente dal citato locale pubblico nei fine settimana. In pratica i residenti, compresi minori, non riuscivano a prendere sonno, considerato la chiusura autorizzata fino alle 4 del mattino che disturbava il loro riposo.
La vicenda, è finita in procura a Teramo, che ha delegato i Carabinieri della Stazione di Giulianova ad effettuare approfonditi accertamenti, tra i quali rilievi fonometrici effettuati dall’Arta di Teramo, che hanno riscontrato valori decibel ben superiori a quelli minimi previsti dalla legge. Per cristallizzare le prove, i tecnici dell’Arta hanno effettuato i rilevamenti in orari e tempi diversi, anche all’interno di alcune abitazioni della zona: il risultato è stato sempre lo stesso. Nel corso della mattinata di oggi, i militari della stazione dei Carabinieri di Giulianova hanno sottoposto a sequestro preventivo tutta la struttura, in esecuzione di specifico decreto emesso dal gip del tribunale di Teramo che ha concordato l’esito delle risultanze investigative acquisite dal personale operante.
Intanto, nel corso della serata di ieri 8 aprile i Carabinieri della stazione di Pineto hanno arrestato un uomo di 33 anni, romeno, già noto per fatti di giustizia, latitante da ben quattro anni. Alla vista dei militari, lo straniero da subito ha posto in essere un atteggiamento sospetto, che li ha spinti ad approfondire gli accertamenti. In tale contesto, il cittadino comunitario è risultato destinatario di un provvedimento di cattura emesso dalla procura della Repubblica del Tribunale di Arezzo, dovendo espiare sei mesi di reclusione a seguito di condanna per possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi. Dopo le formalità di rito è stato tradotto nella casa circondariale a Castrogno di Teramo.
Martedì 9 aprile 2013