di Laura Ripani
GIULIANOVA | La Guardia Costiera celebra il precetto pasquale. Nella mattinata di ieri, nell’occasione della quaresima e in preparazione alle festività della santa Pasqua, i militari dell’ufficio circondariale marittimo di Giulianova hanno celebrato il precetto pasquale, che ha visto la partecipazione del personale in forza all’intero comando. La santa messa è stata officiata dal monsignor Ennio Lucantoni, parroco della chiesa san Pietro apostolo di Giulianova, che è stato coadiuvato nella cerimonia dal coro parrocchiale. L’omelia è stata il giusto momento per una riconciliazione generale con i valori dello spirito, spesso trascurato a causa dei problemi della quotidianità.
La cerimonia, al quale hanno partecipato anche le autorità locali civili e militari, è stata improntata all’insegna dell’intimità, della sobrietà e della riflessione, e si è conclusa con la lettura della “preghiera del marinaio”. Dopo la santa messa, il celebrante e il comandante Pezzuto hanno rivolto ai presenti e alle rispettive famiglie i più calorosi auguri per le prossime festività pasquali.
Nella tradizione della marina militare italiana la preghiera del marinaio è testo che viene solitamente letto a bordo delle navi in navigazione, ad esempio nel corso della cerimonia dell’ammainata bandiera oppure al termine delle messe. Il folclore vuole che la preghiera sia letta dall’ufficiale più giovane a bordo. Il testo fu composto dallo scrittore Antonio Fogazzaro nel 1901 e fu recitato per la prima volta in assoluta su nave Garibaldi. Poi la lettura della composizione fu resa obbligatoria a partire dal 1909 in seguito al rapido diffondersi della tradizione. Ecco il testo: «A te, o grande eterno Iddio, Signore del cielo e dell’abisso, cui obbediscono i venti e le onde, noi, uomini di mare e di guerra, ufficiali e marinai d’Italia, da questa sacrea nave armata della patria leviamo i cuori. Salva ed esalta, nella tua fede, o gran Dio, la nostra nazione. Dà giusta gloria e potenza alla nostra bandiera, comanda che la tempesta ed i flutti servano a lei; poni sul nemico il terrore di lei; fa che per sempre la cingano in difesa petti di ferro, più forti del ferro che cinge questa nave, a lei per sempre dona vittoria. Benedici, o Signore, le nostre case lontane, le care genti. Benedici nella cadente notte il riposo del popolo, benedici noi che per esso, vegliamo in armi sul mare. Benedici!»
Venerdì 22 marzo 2013
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