di Laura Ripani
SANT’EGIDIO ALLAVIBRATA | Strozzino approfitta di un momentaneo stato di necessità di un artigiano per riprendere i soldi prestati. La cifra ammonta a 20 mila euro. Un uomo, artigiano di sessanta due anni aveva chiesto soldi per fronteggiare le quotidiane esigenze familiari e garantire così una quotidianità dignitosa alla moglie e ai suoi figli, al limite del normale. Aveva bisogno di denaro per acquistare prodotti alimentari e per mandare a scuola i suoi figli senza far loro pesare il grave momento di crisi in cui versava la propria attività lavorativa. Chiaramente, proprio a causa del disagio economico, anche la sua impresa risente dello stato economico infelice.
Così l’uomo ha pensato di rivolgere ad un conoscente, confidando nella sua sensibilità. Purtroppo l’amico che pensava lo avesse aiutato, si è rivelato un vero e proprio aguzzino. Infatti, lo strozzino, a fronte dei 20 mila chiesti in prestito, aveva preteso con continue ed incessanti richieste la somma totale, da restituire in quattro anni, di 32 mila euro mandandolo così sul lastrico. Dopo aver preso coraggio, l’artigiano si è confidato con il comandante della stazione dei carabinieri di Sant’Egidio alla Vibrata e aveva deciso di presentare una denuncia. Le indagini del caso lunghe e laboriose si sono concluse con la denuncia per usura dell’amico pensionato di settant’anni, incensurato, che aveva approfittato senza scrupoli dello stato di necessità dell’artigiano che opera nel mondo dell’autotrasporto facendolo oggetto di pressanti richieste, mai per la verità sfociate in vere e proprie minacce ma che lasciano certamente quel retrogusto amaro oltre agli inevitabili strascichi finanziari poiché non era riuscito, come prevedibile, a sostenere il peso gravoso degli interessi.
L’usurato aveva lasciato anche un assegno di 4 mila euro che successivamente era stato protestato e per il quale la controparte aveva chiesto il pignoramento dell’abitazione che l’ufficiale giudiziario avrebbe dovuto eseguire nel prossimo mese di giugno, per cui, con non pochi sacrifici, visto il particolare momento di ristrettezze economiche, aveva dovuto pagare l’assegno per evitare il pignoramento vedendosi così svanire tutti i sacrifici di una vita, ancor più perché avrebbe messo per strada la famiglia. I certosini e minuziosi accertamenti bancari culminati con il sequestro di alcuni assegni hanno consentito di stabilire il giro di affari del pensionato che aveva applicato un tasso d’interesse usurario del 59,32 per cento a fronte del tasso di riferimento del 18,5 per cento.
Venerdì 22 marzo 2013
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